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7/09/2014

RECENSIONE "LE ORIGINI DEL MALE" (2014, Regia di John Pogue)

Anteporre "Tratto da una storia vera" è sempre stato un modo da parte dei realizzatori di film horror, e non solo (vedasi i Coen in Fargo), di accentuare la suggestione degli spettatori dinanzi a ciò che vedranno. Ne "Le Origini del Male", vi assicuro che il 90% di quello che si vede è falso, pura invenzione dello sceneggiatore, che però si è ispirato ad un vero esperimento che ebbe luogo nel periodo in cui si svolge il film. Gli anni settanta. Le telecamere enormi,i block notes, il consultarsi in biblioteca piuttosto che su internet, l'abbigliamento, tutto molto tipico di quell'epoca, conferiscono alla pellicola di John Pogue un fascino non indifferente. Un professore universitario di fisica (Jared Harris) con metodi poco ortodossi e molto controversi raggruppa i suoi migliori studenti e un filmmaker con l'obiettivo di condurre un esperimento mai tentato prima. Egli vuole dimostrare che il paranormale non esiste, e che quelli che vengono spacciati per fantasmi e strane presenze non sono altro che un prodotto negativo della mente, influenzato da eventi del passato. Adotta quindi una ragazza mentalmente instabile per sperimentare e dimostrare questa sua teoria. Il 2014, finora, è stato un anno drammatico per il genere horror. Ma a differenza del recente "Appartamento 1303" (uno dei film più brutti che io abbia mai visto), ne "Le origini del male" si evince perlomeno un certo impegno. Nella pellicola, il regista vuole mostrarci come la scienza e la fede possano condividere lo stesso fanatismo. Sia i fedeli accaniti che gli scienziati super razionali possono essere capaci di tutto pur di non rassegnarsi alla verità. Ma mi rendo anche conto di quanto sia difficile tollerare il fatto che il professore continui ad ostinarsi che non ci sia nulla di paranormale, dopo che dalla bocca della ragazza è uscita una strana creatura somigliante al ramo di una pianta (cosa che succede dopo 30 minuti). Ed inoltre, come in Sinister, a quanto pare i protagonisti si sono dimenticati di pagare la bolletta della luce. Ciò crea indubbiamente atmosfera, è legittimata nei momenti in cui si cerca di evocare la presenza che la ragazza vede, ma credere che questi continuino a vagare nell'oscurità per l'intera durata film, sebbene stia succedendo tutto quello che sta succedendo, francamente è ridicolo. Ma lasciamo stare, si fa per dire. I saltelli dalla poltrona ci sono. Grazie al sonoro e ai soliti cliché, primo fra tutti il found footage (vedere le scene attraverso una telecamera che riprende), che però qui è unito a vere e proprie riprese. Il tentativo di esplorare il fatto di cui vi ho parlato sopra, la buona costruzione della tensione, la fotografia oscura-retrò, il sonoro e una regia discreta, rendono "Le Origini del male" un horror dignitoso. Non imperdibile, ma un discreto passatempo si. 

VALUTAZIONE (DA 0 A 4)
2,5 

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