"In seguito alla sparatoria, ci furono anche diverse discussioni riguardo cosa potesse aver spinto gli assassini al loro gesto e se fosse stato possibile prevenire il crimine. Molti sostengono che l'isolamento dei due ragazzi dal resto dei loro compagni di classe creò in loro sentimenti, come il sentirsi indifesi e insicuri, che li spinsero verso una profonda depressione alimentata da una notevole ricerca di popolarità. Più tardi, queste categorizzazioni si rilevarono false poiché sia Harris che Klebold avevano una cerchia di amici e non erano isolati"
Van Sant ci mostra il contrario. Nel film, infatti, i due sono isolati e bullizzati e considerando che gli avvenimenti non sono stati riprodotti alla lettera, sono arrivato a pensare che il regista non regista sia stato un semplice osservatore. E d'altronde la scelta di chiamare il film Elephant è emblematica.
E' troppo facile attribuire il gesto di questi due ragazzi alla follia, come non sarebbe giusto dire che l'olocausto sia stato causato soltanto dalla pazzia dei nazisti, quando in realtà c'erano anche altri motivi di natura economica-sociale. In una scena del film i due ragazzi trovano un documentario dedicato proprio ad Hitler, per il quale provano una certa simpatia. Questo momento potrebbe essere un velato riferimento proprio a questo. Si rimane sconvolti invece nel constatare la lucidità con cui avevano pianificato il piano ed inoltre, il ragazzo che compare all'inizio del film, John, anch'egli ha problemi in famiglia causati dal fatto che il padre si ubriaca, ma a differenza dei compagni non gli viene in mente di ammazzare qualcuno. I problemi dei suoi coetanei sarebbero dovuti essere risolti prima. Qualcosa viene spiazzata nel finale, ma la verità è che nessuno saprà mai cosa sia passato nella testa di quei ragazzi, la mente è un abisso, non possiamo controllare la mente di altre persone, ma possiamo controllare la nostra. Ed invece si preferisce rimpicciolire quell'elefante a cui si riferisce il titolo, un problema grande e visibile quanto quell'animale,ma che però si preferisce mettere da parte. Chissà se parlare con loro, affrontare insieme il problema, avrebbe potuto cambiare qualcosa. Elephant non è un film comune, si prende il suo tempo per mostrarci l'ordinarietà di una giornata qualunque che poi purtroppo non si è mostrata tale. Un'opera potente, ansiogena, struggente e realista, che lascia il segno, dice la propria ma con il giusto tatto. Da vedere assolutamente!
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4 SU 4
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